Per molto tempo, ai ragazzi abbiamo chiesto di aderire alle aspettative ideali di genitori e insegnanti. Li abbiamo cresciuti come piccoli adulti, li abbiamo spinti a socializzare, li abbiamo protetti dall’infelicità e dal dolore. Oggi però lo scenario sta cambiando. Siamo approdati a una società che non si limita più a chiedere ai ragazzi di essere all’altezza delle nostre aspettative, ma li costringe a seguire un mandato paradossale: “Sii te stesso, ma a modo mio”. Questa trasformazione, che per l’autore segna il passaggio al paradigma postnarcisistico, è in atto da tempo, ma è stata la pandemia ad aver smascherato il rischio di un’inversione dei ruoli: mentre i ragazzi si adattano alle esigenze degli adulti pur di farli sentire tali, questi ultimi sono alle prese con una crescente fragilità. Come riuscire allora a sostenere gli adolescenti nella realizzazione di sé? Le strade percorribili sono molte, ma farsi carico della confusione, dell’ansia, del disagio e dell’assenza di prospettive future delle nuove generazioni senza occuparsi della fragilità degli adulti non è più pensabile: “Per mettersi in una posizione di ascolto bisogna essere saldi, soprattutto se l’altro è un figlio che soffre”.
L’autore
Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, è presidente della fondazione Minotauro di Milano. Insegna presso il dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica di Milano. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Giovane adulto (con F. Madeddu, 2014), L’adolescente (con L. Cirillo, T. Scodeggio, T. Zanella, 2020), L’età tradita (2021) e Sii te stesso a modo mio (2023), e ha curato Il ritiro sociale negli adolescenti (2019).