Riconoscimento del figlio naturale: può farlo solo il padre?

Diciamo la verità. L’attesa e la nascita di un bambino, specie quando figlio di una coppia non sposata, è un evento immaginato un po’ da tutti come un’esclusiva di ogni madre. Madri libere, indipendentemente dal consenso dei loro compagni (o ex compagni), di portare o non portare avanti la gravidanza, come pure libere di partorire in totale anonimato. Abbiamo già affrontato questo tema ponendoci un po’ di più dal lato di una madre. Oggi, invece, vogliamo immaginarci la situazione, diciamo così, «al contrario». Quella situazione in cui sia la donna a non voler riconoscere il figlio. Facciamo allora un passo indietro e procediamo per gradi.
Innanzitutto, va detto che, quando un bambino nasce da una coppia sposata, egli si presume figlio dei coniugi, acquisendo in via automatica la condizione di figlio con tutte le conseguenze giuridiche che la cosa comporta in merito alla responsabilità genitoriale, all’obbligo di mantenimento, di cure, educazione e  istruzione da parte dei genitori. Il matrimonio, infatti, determina l’attribuzione automatica  dello stato di figlio dei coniugi. Le cose stanno diversamente per i bambini nati fuori dal matrimonio, per i quali occorre che si formi un titolo affinché possa parlarsi di «stato di figli». Questo titolo sorge proprio a seguito del riconoscimento. Riconoscimento del figlio «naturale»: cos’è e cosa comporta Come accennato, per i figli nati da coppie sposate il riconoscimento si presume ed è attribuito a marito e moglie salvo espressa dichiarazione contraria (ad esempio la moglie dichiara alla nascita che si tratta di figlio nato da «relazione adulterina»). In altre parole, quando la partoriente è sposata esiste una presunzione che, per legge, attribuisce al marito la paternità del figlio nato dalla propria moglie senza che l’uomo debba fare alcuna dichiarazione, né dimostrare la sua paternità effettiva. Al contrario, per i figli nati fuori dal matrimonio occorre sempre il riconoscimento che è un atto mediante il quale l’uomo e/o la donna si attribuiscono la paternità e la maternità di una persona.
Quanto ai suoi effetti, il riconoscimento: Se la madre non vuole riconoscere il figlio può farlo solo il padre? Abbiamo visto che la legge consente alla donna di restare anonima al momento del parto e non riconoscere il figlio nato fuori dal matrimonio. Ci chiediamo allora: in questo caso cosa dovrebbe fare il padre per assumersi la paternità del bambino? Dovrebbe intraprendere una qualche procedura (azione giudiziaria, test del dna o altro) per attestare l’esistenza del rapporto biologico con il figlio? La risposta è negativa e la si ricava dalla stessa norma che stabilisce in modo espresso che i figli possono essere riconosciuti sia dalla madre che dal padre, tanto insieme quanto separatamente [1]. Vediamo a quali condizioni. Come va fatto il riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio? Il riconoscimento dei figli nati fuori del matrimonio può avvenire tanto al momento della nascita quanto in un momento successivo da parte di uno o di entrambi i genitori con una apposita dichiarazione resa: Chi riconosce il figlio per primo non potrà dare indicazioni sulle generalità dell’altro genitore il quale, se vorrà in seguito riconoscerlo, dovrà prima essere autorizzato dal primo. Dunque, il padre che si sia preso del tempo per «riflettere» prima di riconoscere il proprio figlio dovrà prima ottenere il consenso della madre del bambino. Riconoscimento: quando occorre l’autorizzazione del giudice? Di solito, per rendere tale dichiarazione non occorre rivolgersi al giudice. Ci sono però dei casi in cui, ai fini del riconoscimento, occorre l’autorizzazione del magistrato. Ciò in particolare avviene quando i genitori:
Il padre può sempre riconoscere il figlio da solo? Non sempre. Come accennato, tutte le volte in cui uno dei due genitori ha riconosciuto il figlio per primo, il riconoscimento da parte dell’altro genitore può avvenire solo se c’è il consenso di chi per primo lo ha effettuato. Perciò, se il bambino è stato riconosciuto prima dalla madre, al padre sarà consentito riconoscere il bambino solo se la donna acconsente (e viceversa). In mancanza dovrà essere presentata una specifica domanda al giudice al fine di ottenere il consenso al riconoscimento negato dall’altro genitore. A tale domanda, il genitore che abbia riconosciuto per primo il figlio potrà opporsi argomentando le proprie ragioni. Di seguito il giudice, dopo aver assunto le opportune informazioni e ascoltato, ove possibile, il figlio, deciderà assumendo tutti i provvedimenti opportuni in relazione al suo affidamento e mantenimento [5] e al suo cognome [6]. Va detto, in ogni caso, che il consenso del genitore che aveva già effettuato il riconoscimento non può essere negato se corrisponde all’interesse del figlio. Ci sono casi in cui il figlio non può essere riconosciuto? Poiché l’atto (dichiarazione) del riconoscimento deve sempre mirare a perseguire la tutela del figlio, la legge prevede che il riconoscimento non sia possibile:
Che succede se il figlio viene riconosciuto da chi non è il vero padre? Ci sono casi in cui il figlio viene riconosciuto da persona diversa dal genitore biologico. Ciò può accadere, ad esempio, quando l’uomo abbia ignorato l’infedeltà della propria donna oppure quando, per tutelare il bambino e la propria compagna abbia preferito assumersi la paternità di un bambino non proprio (magari consapevole che il vero padre avrebbe voluto che la donna abortisse). Questo tipo di riconoscimento è senz’altro possibile considerando che – come abbiamo visto – la legge non richiede in alcun modo, al momento di rendere la relativa dichiarazione, che il genitore debba dimostrare il proprio legame biologico col bambino (ad esempio sottoponendosi ad un test del dna). La stessa legge, tuttavia, consente a determinati soggetti ed entro un certo limite di tempo di disconoscere la paternità (o maternità) del figlio riconosciuto. Nel caso di figlio nato da coppia non sposata, però non si parla di azione di disconoscimento, bensì di impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità [8]. Nello specifico tale azione essa può essere avviata:
Quale cognome assume il figlio riconosciuto? Il figlio può assumere cognomi differenti a seconda di chi per primo ha effettuato il riconoscimento: Si può riconoscere un figlio prima che nasca? Si. Nel caso di genitori non sposati, ciò è senz’altro possibile nell’ottica della tutela del nascituro. Si pensi al caso del genitore gravemente malato che tema di non riuscire ad essere presente alla nascita del proprio bambino o di quello che lavora all’estero (ad esempio in missione militare) in situazioni di pericolo per la  vita.
In tal caso, il riconoscimento produrrà i suoi effetti solo con la nascita del bambino. La dichiarazione può essere effettuata dalla madre o da entrambi i genitori, ma se è il solo padre a farla, occorre che vi sia stato il preventivo consenso della madre che ha già effettuato la dichiarazione. Occorre inoltre che i genitori abbiano compiuto i 16 anni e che lo stato di gravidanza sia attestato da un certificato medico. Dunque, quando il figlio non è ancora nato il padre non può riconoscerlo da solo in quanto per poter identificare il nascituro occorre necessariamente indicare chi sia la madre (cosa possibile solo col consenso di quest’ultima). Fonte: laleggepertutti.it