Quando a riconoscere la paternità sono le aziende

Due settimane di paternità. La proposta di legge, a firma Titti Di Salvo alla Camera e Valeria Fedeli al Senato, è arenata, mentre in altri paesi europei, come l’Irlanda, è già realtà. congedo-di-paternitaCon la legge di Stabilità il singolo giorno di paternità raddoppierà nel 2017, che diventeranno poi quattro, sempre obblicatori, nel 2018 (più uno facoltativo). Ma mentre la normativa segue il suo lento corso, le aziende, sopratttutto le multinazionali, anticipano i tempi e alcune già da anni riconoscono ai neo padri un congedo pagato spesso al 100%. A livello internazionale gli esempi non mancano e vanno da esempi di eccellenza come Netflix, che nell’agosto del 2015 ha annunciato un anno di congedo di maternità e di paternità per i primi dodici mesi di vita del bambino o per l’anno successivo all’adozione, a retribuzione piena. Nel dicembre dello stesso anno il gruppo ha annunciato di estendere anche ai lavoratori ad ore la copertura del 100% del congedo parentale. Sempre nello stesso anno Spotify ha annuncaito sei mesi di congedo al 100% dello stipendio per i padri da prendere entro il terzo compleanno del figlio, anche in periodi spezzati. E, poi, ci sono le 17 settimane di Facebook, le 16 di Pinterest, le 12 di Google, Microsoft, Bank of America, LinkedIn e le 10 di Twitter. Le aziende piùinnovative, a quanto pare, lo sono anche in tema di agevolazioni riconosciute ai propri dipendenti. E in Italia? Nel 2012, ad esempio, Nestle Italia ha deciso di concedere due settimane di congedo paternità ai propri dipendenti, oltre a portare da uno a quattro i giorni di permesso retribuito. L’azienda si è impegna anche a integrare fino al 100% dello stipendio il trattamento di legge previsto per i congedi parantali, che scatta quando è il padre a chiedere di stare a casa per accudire il neonato nei primi mesi, al posto della madre. Luxottica riconosce 5 giorni di paternità entro le prime due settimane dalla nascita, dall’adozione o dall’affido del figlio. Nei settori più tradizionali si fatica, però, a vedere segni concreti del cambiamento. Come in Intesa Sanpaolo, dove ai papà è concessa una sola giornata di permesso retribuito in più rispetto alla sola giornata obbligatoria attuale. Sono previsti inoltre: un aumento del 10% della quota retribuita dei congedi parentali se a usufruirne è il padre (attualmente sono pagati al 30% dello stipendio), tre giorni di permessi (non retribuiti) in più ai padri per la malattia del figlio, aspettativa aziendale per puerperio e parto gemellare (sempre non retribuita) estesa anche al padre. In Ubi Banca, ad esempio, è solo previsto il reintegro del 20% dello stipendio nel caso del congedo parentale facoltativo (pagato di norma il 30%). In Italia, quindi, il panorama resta molto variegato con punte di eccellenza e una moltitudine di aziende che si attengono “al minimo sindacale”. Vogliamo raccogliere storie di eccellenza. Se ne avete, raccontatecele: alleyoop@ilsole24ore.com. Fonte: ilsole24ore.com