Lei ha 12 anni, va alle medie e al posto di giocare con le Barbie d’ora in poi avrà a che fare con biberon e pannolini. Ha 12 anni ed è una bambina, una mamma-bambina. E ragazzino è pure il papà, che di anni ne ha 13, quasi 14.
Il loro figlio è nato alcuni giorni fa – per taglio cesareo – in una clinica privata, pesa 3 chili, sta bene.
Non si sa molto di più di questa baby-famiglia: è necessario tutelare la privacy del neonato e dei genitori minorenni, ma come è ovvio la procura del Tribunale per i minorenni è stata informata della situazione. E sul caso oggi si esprime il Garante per i Minori della Puglia.
IL GARANTE – “C’è un rapporto tra i preadolescenti e la sessualità drammaticamente sempre più precoce, orientato dall’assenza totale degli adulti rispetto a percorsi seri di educazione alla sessualità, a partire dal mondo della scuola ma anche delle famiglie”, attacca Rosi Paparella, Garante per i Minori della Puglia. Pur senza entrare nel merito della delicata vicenda, vuole fare una riflessione sul tema della “genitorialità così precoce che è sconvolgente nella vita di un minorenne, senza contare gli esiti sui figli”.
Secondo Paparella “anche l’accesso libero a materiale pornografico modella i comportamenti schiacciando l’infanzia, spingendo a comportamenti del tutto inadeguati. Credo che sia urgente stabilire, a livello nazionale nuovi percorsi di accompagnamento rispetto all’arretramento in ambito educativo. La solitudine in cui questi ragazzi vivono li espone a rischi ed esperienze non consone rispetto alla capacità di gestirle ed elaborarle. Questa storia è un altro campanello di allarme”.
I DATI – A maggio, ricorda il Garante, è stato presentato un rapporto sull’uso di stupefacenti. “Degli oltre 6mila studenti intervistati in forma anonima, il 20% ha dichiarato di aver avuto la prima esperienza sessuale senza preparazione e protezione, riferendo spesso di averla vissuta con disagio e di essersene poi pentiti”.
APPELLO AGLI ADULTI – L’appello di Rosi Paparella è rivolto agli adulti, “ad essere presenti e a non lasciare soli questi ragazzi“. Sulla vicenda “il Tribunale per i Minori dovrà provvedere a definire dispositivi di tutela sia nei confronti del neonato sia dei due minori, con percorsi di sostegno anche alle famiglie, disponendo l’affido ai nonni e con il coinvolgimento dei servizi sociale chiamati a monitorare nel tempo tutto il sistema di tutela”.
Fonte: quotidiano.net