«600 milioni in più, una misura non prevista, un piccolo segnale verso il grande investimento su famiglie e figli che faremo nel 2018, come promesso, con la riforma dell’Irpef»: così Matteo Renzi nella conferenza stampa di sabato di presentazione del disegno di legge di bilancio per l’anno 2017.
È questa la vera novità, che non essendo scritta nelle slides di #passodopopasso si è un po’ persa nella comunicazione di questi due giorni.
I 600 milioni della legge di Bilancio infatti servono (sono peraltro 200 in più rispetto alla cifra che circolava nei giorni scorsi) ma siamo ancora nell’ambito dei bonus: non sono il cambio di passo sperato e atteso per quelle politiche per la famiglia, strutturali.
I 600 milioni copriranno infatti il bonus bebè da 960 euro l’anno per i primi tre anni del bambino, il vocher baby sitter (confermato) e i nuovi voucher asilo nido, per sostenere il pagamento della retta, e “premio mamma domani”, un una tantum, che si potrà chiedere già in gravidanza. La riforma dell’Irpef nel segno del Fattore Famiglia sarebbe invece una vera rivoluzione copernicana. Matteo Renzi aveva aperto un primo spiraglio nella direzione di un fisco family friendly a maggio, rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Lupi. Intenzione a cui già avevano fatto riferimento a settembre i ministri Costa e Lorenzin e ribadita ieri anche dal ministro Enrico Costa, con delega alle famiglia, dal piccolo comune di Ceresole D’Alba, poco più di 2mila abitanti, dove era stato invitato all’inaugurazione delle scuole elementari e medie, appena ristrutturate: «Nel 2018, nell’ambito della riforma dell’Irpef, verrà affrontato il tema del ‘Fattore famiglia’ per riconoscere un trattamento fiscale con vantaggi crescenti in rapporto al numero dei figli».
«Bene l’impegno del ministro Costa di proporre il FattoreFamiglia nel 2018: finalmente si inizia a parlare seriamente di famiglia tenendo conto dei carichi familiari», commenta Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle Famiglie: «i 600 milioni stanziati quest’anno hanno un senso in funzione del progetto più ampio della riforma dell’Irpef prevista nel prossimo futuro. Vanno bene i bonus bebè per i primi tre anni di età e i voucher per gli asili nido, ma siamo convinti che senza una reale e strutturale riforma fiscale non riescano, da soli, a riavviare il motore delle nascite in Italia e a dare un segnale di fiducia alle famiglie italiane che mettono al mondo un figlio. Questo è il momento del coraggio».
Ma che cos’è il Fattore famiglia?
A voler essere molto semplici e diretti è il calcolo delle tasse basato sul numero dei figli. È la presa d’atto, da parte del fisco, che il contribuente-genitore utilizza necessariamente una parte del proprio reddito per crescere i propri figli, e quel reddito diventa di fatto indisponibile. Si passa in sostanza da una logica imperniata sul contribuente come individuo a una che guarda al soggetto famiglia. In questa logica, sono state fatte negli anni diverse proposte (di “quoziente familiare” si parla fin dal 1991): quella del Fattore Famiglia, citata esplicitamente dal ministro Costa, è stata presentata dal Forum delle Associazioni Familiari nel 2010, in occasione della Conferenza Nazionale della Famiglia tenutasi a Milano.
Fonte: vita.it