Ci sono famiglie con una mamma e un papà, altre con due mamme, altre ancora con due papà. “Ormai è una realtà”, spiega Tina Scarano, assistente sociale, socia fondatrice dell’associazione Famiglie Arcobaleno, ma soprattutto mamma, con la sua compagna, di una ragazza. E’ stata tra i relatori dell’incontro che si è tenuto in via Bruino, al Centro relazioni e famiglie della terza circoscrizione, sul tema dell’affido omogenitoriale e intitolato “Cresco bene con voi. Attese, percorsi e narrazioni”.
Organizzato dalla Casa dell’Affidamento della Divisione Servizi Sociali in collaborazione con il Servizio Lgbt della Città di Torino, l’incontro è stato pensato per far conoscere ai cittadini l’esistenza della possibilità di affidamento di minori a coppie omogenitoriali, cioè quelle in cui i genitori sono dello stesso sesso, e di promuoverla tra le coppie formate da persone Lgbt. “L’omogenitorialità è – spiega Tina Scarano – ormai diventata qualcosa di reale, concreto. Nella genitorialità omosessuale ci sono potenzialità enormi, le stesse delle coppie eterosessuali: quando c’è amore ci sono sempre le condizioni perché la coppia possa aiutare – attraverso l’affido – un bambino, una bambina, una famiglia in difficoltà”.
Ma se l’affido a coppie omosessuali può essere considerato una realtà assodata, altrettanto non può dirsi dell’adozione. “A livello legale – spiega ancora Scarano – c’è ancora molta strada da fare: in Italia infatti c’è ormai il riconoscimento delle coppie omosessuali ma non è ancora possibile l’adozione del figlio del partner. E’ la prossima battaglia da portare a termine, attendiamo con speranza”.
Sul palco, esperienze di coppie di uomini e di coppie di donne che hanno scelto l’affido. “I nostri figli? – dicono – Per loro è normale avere due mamme e due papà. Semmai i pregiudizi li hanno gli altri, i genitori dei compagni o degli amichetti. Ma dopo un primo momento di stupore che di solito viene seguito da un pizzico di curiosità, basta la conoscenza per togliere negli altri ogni tipo di discriminazione o pregiudizio. E per nessuno queste famiglie un po’ diverse diventano un problema”.
Fonte: torinoggi.it