E’ il solito bicchiere pieno a metà. Il 48% degli italiani rimane convinto che siano gli uomini a dover portare a casa lo stipendio, mentre alle donne tocchi occuparsi della famiglia. L’altro 52% pensa che questo schema sia superato.
Lo dice un’indagine Nielsen sulla divisione dei compiti all’interno delle coppie. La tentazione di vedere il bicchiere mezzo vuoto è forte. Anche perché gli altri dati non rincuorano. E il fatto che nei trenta Paesi al mondo in cui è stata condotta la rilevazione addirittura il 58% degli intervistati ritenga che le donne debbano concentrarsi sul lavoro di cura non è una consolazione.
Anche perché (continua la ricerca) nel 44% delle famiglie italiane sono sempre le donne a cucinare e a farsi carico del lavoro domestico. Mentre i maschi con l’esclusiva della gestione della casa sono l’8%. Quanto rilevato da Nielsen è in linea con l’ultima indagine Istat sull’argomento, datata 2013.
Il tempo sembra essersi fermato ai vecchi equilibri di una divisione del lavoro che penalizza le donne. Ma a conti fatti danneggia anche gli uomini, le famiglie e il Paese. Queste donne inchiodate ai compiti domestici gratuiti non lavorano retribuite fuori casa.
Il «record» del 49% di tasso di occupazione femminile registrato dall’Istat è segno che qualcosa si muove. Ma restiamo fanalino di coda in Europa. L’appello alla necessità di cambiare perché vantaggioso sul piano economico è stato più volte riproposto. Ma per accelerare un cambiamento culturale non bastano argomenti improntati a razionalità e convenienza. La questione attiene agli equilibri interni delle coppie. Equilibri che hanno qualcosa di malato, visto lo stillicidio di violenze sulle donne. La relazione tra violenza domestica e sperequazione nella divisione «privata» del lavoro di cura meriterebbe a questo punto una seria riflessione.
Fonte: 27esimaora.corriere.it