L’esodo di italiani all’estero negli ultimi anni ci aveva abituato a due categorie: i giovani, da sempre coinvolti in fenomeni migratori, e gli anziani, alla ricerca di luoghi con un costo della vita più a misura delle loro pensioni. Ma l’onda lunga della crisi ha portato a riva altri tipi di emigranti. Li ha fotografati, nel suo ultimo rapporto “Italiani nel Mondo”, la fondazione Migrantes.
Abbandonando ogni sogno di rimpatrio sempre più italiani si trasferiscono all’estero portandosi dietro l’intera famiglia, bambini compresi. Il fenomeno è in netta crescita. Le iscrizioni di minorenni all’Aire, il registro degli italiani residenti all’estero, sono cresciute tra il 2016 e il 2017 del 16% passando da 22.384 a 25.948. Una famiglia su cinque ha bambini e il 12,9% ne ha di età inferiore ai 10 anni. Non solo. L’estero viene scelto sempre più spesso come luogo in cui far nascere. Ormai più di un iscritto su tre all’Aire è rappresentato da bambini nati fuori dall’Italia. Nel 2017 erano quasi due milioni.
Ma famiglia non significa solo figli. «Dalle nostre interviste abbiamo appreso che molti ultrasessantacinquenni che si erano trasferiti in altri Paesi lo avevano fatto per seguire figli e nipoti» racconta la curatrice del rapporto, Delfina Licata. Si tratta di italiani che vanno a fare i nonni all’estero.
La seconda nuova categoria individuata dal rapporto è quella dei disoccupati disperati. Usciti dal ciclo produttivo a causa della crisi economica, ma ancora in età lavorativa, queste persone non riescono a ricollocarsi in Italia e dunque preferiscono andarsene. Sui 124.076 italiani espatriati nel 2016 quasi uno su dieci (il 9,7% per l’esattezza) è rappresentato da 50-64enni. Sono aumentati del 4,6% rispetto all’anno precedente, ma è un trend che va avanti da anni. Lo certificano anche i dati dell’Istat sulle cancellazioni all’anagrafe: tra il 2008 e il 2015 la fascia d’età compresa tra i 40 e i 64 anni è aumentata del 160% passando da 9.813 a 25.553.
Famiglie con bambini e disoccupati senza speranza vanno ad affiancarsi ad altre categorie storiche che hanno continuato a crescere facendo raggiungere, agli italiani nel mondo, la cifra record di quasi cinque milioni di persone.
A trainare l’emigrazione continuano a essere i giovani. Quasi il 40% dei nuovi espatri (circa 50.000 persone) ha tra i 18 e i 34 anni. Sono 9 mila in più dell’anno precedente (+23,3%). Un quarto ha invece tra i 35 e i 49 anni. Questa continua emorragia di giovani ha un nuovo fenomeno sociale: la genitorialità a distanza. Sono sempre di più le famiglie residenti in Italia che devono tenere contatti con i figli che abitano in altri Paesi. La tecnologia aiuta, ma in queste famiglie si fa largo la sindrome del nido vuoto, con sentimenti di nostalgia e malinconia anche molto pervasivi.
Dove vivono oggi questi emigranti italiani? Se guardiamo al totale dei connazionali sparsi nel mondo oltre la metà vive in Europa (54%) o in America (40,4%). Se guardiamo nel dettaglio l’ultimo anno, invece, scopriamo che la Germania, storicamente prima nazione per i nostri migranti, è stata spodestata dal Regno Unito. Nel 2016 un sesto dei fuoriusciti ha scelto di farsi adottare dagli inglesi.
Interessante anche notare da dove proviene il flusso dei nuovi emigranti. A livello regionale è la Lombardia a guidare la classifica con 20.389 cancellazioni anagrafiche (un quinto del totale). Seguono la Sicilia (10,2% delle cancellazioni), il Veneto (9,3%), il Lazio (9,1%) e il Piemonte (7,6%). Queste persone torneranno in patria con nuove esperienze? Difficile: secondo l’Istat tra il 2006 e il 2015 il saldo tra espatriati e rimpatriati è stato di -72.207 persone. Molti decidono di ricominciare. E lo fanno scegliendo un nuovo Paese.
Fonte: lastampa.it