Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano e la presidente dell’associazione Bambinisenzasbarre onlus Lia Sacerdote hanno siglato ieri, 6 settembre, il rinnovo per altri due anni del Protocollo d’Intesa “Carta dei figli di genitori detenuti”, avviato il 21 marzo 2014. La firma è avvenuta nella sede del ministero in via Arenula, nella Sala Livatino, e hanno partecipato anche il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma, il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo e il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità’ Francesco Cascini.
Durante il biennio di applicazione, il protocollo è diventato un modello per la rete europea Children of prisoners Europe con la quale la onlus firmataria sta conducendo una campagna di sensibilizzazione perché venga adottata nei 21 Paesi membri della rete.
«L’atto che firmiamo oggi – ha spiegato Orlando – è frutto di un percorso più complessivo, fatto anche con le circolari, per l’umanizzazione della pena. Ed è un grande investimento sul futuro delle nuove generazioni, non solo per garantire diritti ma per tenerle a riparo dalla brutalità con cui si sono dovute confrontare le generazioni precedenti. Si tratta di indicazioni per garantire il rapporto tra carcere e famiglie, minimizzando il trauma che vivono i bambini con genitori reclusi. Un altro tema non ancora risolto è la situazione delle detenute madri che sono attualmente 38, 19 in Icam e 19 in carcere. Il numero non e’ ancora quello che vorremmo, ossia zero, ma è comunque un passo avanti rispetto ai numeri che abbiamo trovato quando ci siamo insediati: ossia 50-60 detenute madri. Stiamo studiando misure di carattere normativo che consentano ai magistrati di superare l’obbligo di esecuzione pena all’interno del carcere».
L’intesa sottoscritta al ministero della Giustizia per il rinnovo della “Carta dei figli di genitori detenuti” intende individuare nuovi strumenti di azione e rafforzare e ampliare i risultati fin qui ottenuti. Su tutti, la tutela dell’interesse superiore del minore, al quale deve essere garantito il mantenimento del rapporto con il genitore detenuto, in un legame affettivo continuativo, riconoscendo a quest’ultimo il diritto/dovere di esercitare il proprio ruolo genitoriale. Ancora, la promozione di interventi e provvedimenti normativi che regolino questa relazione, contribuendo alla rimozione di discriminazioni e pregiudizi attraverso la creazione di un processo di integrazione socio-culturale, nella prospettiva di una società solidale e inclusiva; l’agevolazione e il sostegno dei minori nei rapporti con il genitore detenuto, sia durante sia oltre la detenzione, cercando di evitare che eventuali ricadute negative possano incidere sul rendimento scolastico o sulla salute. Il nuovo Protocollo, tenendo conto dell’esperienza acquisita durante il biennio di applicazione, individua come necessaria l’offerta di percorsi di sostegno alla genitorialità sia alle madri sia ai padri sottoposti a restrizione della libertà personale.
Il rinnovo del protocollo, ha spiegato il ministro alla Giustizia Andrea Orlano, consente di fare «un primo bilancio sullo strumento»: è salito il numero degli spazi dedicati ai bambini (sale d’attesa e sale per i colloqui) realizzati in 130 istituti nell’anno 2015 e presenti invece in 171 istituti nel giugno 2016; le ludoteche, presenti nell’aprile 2015 in 58 istituti, sono diventate 70 nel giugno 2016; le aree verdi attrezzate per i colloqui all’aperto risultano 99 nel giugno 2016, di cui 35 destinate ai soli minori. È stato poi dato impulso presso tutte le sedi all’adozione di procedure per la prenotazione telefonica dei colloqui e lo svolgimento degli stessi in orari pomeridiani e festivi; la prenotazione dei colloqui, ormai diffusissima, risulta possibile, al giugno 2016, in 139 istituti.
Fonte: romasette.it