Torino non è (ancora) una città per bebè

I musei sono promossi: dal Polo del ’900 a Palazzo Reale, le mamme possono trovare quasi dappertutto uno o più fasciatoi per cambiare il pannolino al proprio bebè. E al museo del cinema c’è anche l’area «baby pit stop», per prendersi cura del bimbo in tranquillità. Nei ristoranti e bar la situazione è invece più critica: secondo l’associazione «Giovani Genitori» solo il 10% delle attività commerciali sono «baby friendly». «Ma è un dato positivo, se paragonato alla situazione di 5 o 10 anni fa – dice Giorgio Pulini, presidente di Giovani Genitori, che si occupa di diffondere la cultura family friendly -. Nella classifica delle città italiane a misura di bambino, Torino è ai primi posti». 

La città si sta ispirando al nord Europa, dove viaggiare con un passeggino non crea disagi. Ma nonostante sia in aumento il numero dei gestori che si attrezzano per le esigenze dei bebè, per assomigliare a città come Stoccolma c’è ancora molta strada da fare. Dallo «Scannabue» di largo Saluzzo, per esempio, capita che una coppia venga dirottata nell’attività accanto, la «Gallina Scannata», per cambiare il pannolino al proprio figlio. Mentre da «Santa Polenta» di via Barbaroux spiegano che lo spazio del wc è troppo piccolo per posizionare un fasciatoio. Da «Mare Nostrum» di via Matteo Pescatore si attrezzano invece con un tavolino, ed è una strategia d’emergenza per non scontentare il cliente. 

Le realtà «baby friendly» però non mancano. Da «Bunet», pasticceria di piazza Sabotino, oltre al ripiano comodo e decorato per appoggiare il neonato, c’è un bagno arancione in miniatura, che nel fine settimana accoglie sfilze di bimbi e genitori. E da «Lentini’s», pizzeria di corso Moncalieri, dove all’interno si trova anche un’area giochi con tv, matite colorate e playstation, hanno posizionato un fasciatoio in un luogo «neutrale». «Di solito vengono messi nel bagno delle donne – dice Nicola Lentini, il titolare – ma non sono solo le mamme a dover cambiare pannolini».  

La passeggiata prosegue al «Pastis», uno dei locali in cui da 16 anni si può rivestire il bebè su un fasciatoio che si apre e si chiude all’occorrenza, e da Soul Kitchen, in via Santa Giulia, dove regalano i pannolini: «Se le madri li dimenticano a casa – dice il titolare Luca Andrè – li forniamo noi. E’ un’idea nata pensando a mia figlia». Anche gli hotel si stanno attrezzando. Al Turin Palace le 15 stanze con 4 posti letto sono le più richieste: «Sono sempre occupate in tutti i weekend», dice il direttore Piero Marzot. Ma la città baby friendly si vede anche dall’aumento del 30% di biglietti staccati dalle famiglie che partecipano al Torino Eco Tour. 

E mentre il Pd polemizza col Comune, l’assessore al commercio Sacco spiega che sono una ventina i negozianti che hanno fatto richiesta per ottenere le agevolazioni dopo aver messo i fasciatoi. Come Ovino, in corso Mortara. «Stiamo studiando una mappa dei locali baby friendly, a cui vogliamo consegnare una vetrofania- dice Sacco -. Vogliamo attrarre di più il turismo delle famiglie».

Fonte: lastampa.it