Conferenza 2017. Matone: «Aiutare le famiglie non è una spesa ma risorsa per tutti»

Tutto pronto per la Terza Conferenza nazionale della famiglia. L’appuntamento, organizzato dal governo, si svolgerà a Roma, il 28 e 29 settembre. Sono sei i gruppi di lavoro che daranno vita al’incontro. Il lavoro preparatorio è stato diretto dall’Osservatorio nazionale presieduto dal magistrato Simonetta Matone che ha coordinato anche il gruppo “Famiglia risorsa” su fragilità, povertà, educazione. Due gruppi hanno messo al centro il tema della fiscalità. Il primo coordinato da Marco Alleva (Università Cattolica), il secondo da Mauro Maré (Università Luiss). Gli altri gruppi si sono occupati di demografia (Gian Luigi De Palo, presidente Forum); welfare (Riccardo Prandini, Università di Bologna); diritto di famiglia (Gianni Ballarani, Lateranense).

A pochi giorni dall’evento Matone non nasconde la sua soddisfazione. Il titolo scelto per la Conferenza nazionale di Roma ne sintetizza con efficacia gli obiettivi: ‘Più forte la famiglia, più forte il Paese’. E sarà una tappa decisiva per affermare la centralità sociale, politica e culturale di genitori e figli. Altro che privatizzazione delle relazioni affettive. «Questa Conferenza non nasce soltanto perché normativamente prevista, ed è quindi un atto obbligato, ma soprattutto perché in questo modo sarà possibile offrire un buon contributo al governo nella comprensione della realtà familiare italiana. E lo facciamo alla vigilia della legge di stabilità perché il governo sappia quali sono le reali esigenze del Paese».

Gli ‘stati generali’ della famiglia si terranno a Roma, come detto, con cinque anni di ritardo sulla data prevista. La legge a cui fa riferimento Matone è quella che prescrive l’organizzazione di una conferenza nazionale sulla famiglia, indetta dal governo, ogni due anni. E, visto che la precedente edizione si è tenuta a Milano nel 2010, la successiva avrebbe dovuto essere organizzata nel 2012. Forse proprio perché c’è stato modo di pensarci a lungo, la Conferenza 2017 è stata organizzata con grande cura. Simonetta Matone ha coordinato i sei gruppi di lavoro dell’Osservatorio che hanno messo a punto le proposte per l’avvio della riflessione. Un lavoro intenso, portato a termine in modo omogeneo grazie ai contributi arrivati dalla diverse sensibilità culturali degli esperti coinvolti. «Avevano di fronte la necessità di guardare il Paese reale, anche alla luce delle recenti interventi legislativi decisi dal Parlamento. Non possiamo negare che le leggi approvate, in questi ultimi anni, sono risultate numerose e importanti. Non entro naturalmente nel merito dei provvedimenti, mi limito a prenderne atto».

Nell’ambito della Conferenza, Simonetta Matone presiederà il gruppo ‘famiglia risorsa’ che ha affrontato, nelle sue varie declinazioni, il tema della fragilità familiari, delle solitudini, delle famiglie spezzate. Intendendosi per famiglie spezzate anche quelle che rimangono sole, ragazze madri, padri separati che rimangono senza casa. Tutta quella galassia di solitudine cioè prodotta dalla deflagrazione della famiglia. Il gruppo ‘famiglia risorsa’ non ha neppure dimenticato il grande ambito delle povertà, quelle economiche e quelle esistenziali. Le fatiche relazionali e quelle psicologiche. «Un problema accresciuto purtroppo – osserva ancora – dalla carenza di servizi sociali determinato dalla contrazione della spesa pubblica sul fronte del welfare. Una carenza che spesso diventa dramma».

Altra grande questione affrontata quella dell’emergenza educativa e dei rapporti tra le generazioni. Al di là dei tanti episodi che irrompono nelle cronache, gli esperti hanno considerato l’opportunità di formulare proposte concrete rivolte a tutti i genitori che quotidianamente si confrontano con la fatica di educare. «Concretamente – riprende Simonetta Matone – non sappiamo ancora che forma prenderanno queste proposte. Dipenderà dall’esito dei lavori. La Conferenza si aprirà con una relazione del presidente dell’Istat, Giorgio Alleva e con un mio intervento. Poi si lavorerà nei gruppi, anche con il contributo di relatori esterni che verranno via via indicati. Al termine dei lavori si farà sintesi tra le relazioni dei lavori di gruppo e le sintesi degli esperti. Il secondo giorno, il tutto verrà riportato all’interno della plenaria, come si fa sempre in questi casi».

Un profilo scientifico alto che dovrebbe mettere al riparo la Conferenza dal rischio polemica ideologica del tipo: di quale famiglia si parla? Quali saranno le cosiddette ‘variazioni familiari’ che avranno diritto di cittadinanza? «Molto semplice – osserva ancora la presidente dell’Osservatorio sulla famiglia – visto che abbiamo deciso di dedicarci ai problemi reali della maggioranza delle famiglie, lasciando da parte situazioni marginali che riguardano piccole, se non irrisorie minoranze che spesso sono il frutto di solo di egoismi personali. Parleremo di vere emergenze, non di pretese ideologiche. E lo posso dire con cognizione di causa visto che per 17 anni, da magistrato, mi sono occupata di famiglie in difficoltà. E le famiglie in difficoltà, per dirlo con franchezza, non sono quelle che cercano un figlio a tutti costi – e a caro prezzo – con l’utero in affitto. Questi non sono i problemi quotidiani delle famiglie ordinarie. Noi parleremo di bisogni ed esigenze autentiche. Punto».

«E poi dobbiamo convincerci – conclude il magistrato – che la fragilità di una famiglia può essere sostenuta efficacemente solo lo Stato non è lontano. Investire nel sociale fa risparmiare nel penale». Ora sarà necessario capire quali investimenti intenderà realmente fare il governo sui temi delle varie solitudini e fragilità familiari. Nella convinzione che, più che una spesa, si tratterà probabilmente di un risparmio per tutti.

Fonte: avvenire.it