Quei nonni tuttofare che salvano le famiglie italiane

Auguri di cuore ai dodici milioni e mezzo di nonni del nostro Paese. Nonni e nonne, figure davvero splendide per i nipoti. Figure da festeggiare per il bellissimo rapporto che riescono a costruire con loro.

Ho un ricordo intensissimo dei miei nonni, il senso di giustizia e di difesa degli ultimi di mio nonno, trasmessomi con i tanti racconti di battaglie per la libertà; la determinazione di mia nonna, maestra già nel 1915 e poi professoressa, e il suo insistere sull’investire in cultura. «Nessuno potrà rubartela mai», mi dicevano tutti e due, preoccupati di allertarmi che essere ebrea avrebbe potuto significare essere perseguitata, come era successo a loro e nella storia. 

Ciascuno di noi sa il segno profondo che lasciano nel cuore i nonni. Perle di saggezza che si incidono nella nostra memoria e non scompaiono più. Parole e gesti d’amore che si scolpiscono nel cuore. Lezioni di vita che ti accompagnano anche da adulta. Affettuosi, complici, pazienti, sempre pronti a dare le coccole al momento giusto, a sostenerti con forza e a capirti, i nonni e le nonne. Ora la situazione è cambiata profondamente rispetto al passato, molto cambiata. Prima c’erano pochi nonni e tanti nipoti, ora tanti nonni e pochi nipoti. Prima, la durata della vita era più breve, quindi i nonni non arrivavano ad età avanzate, non tutti riuscivano a conoscere 4 nonni. Oggi, la durata della vita si è allungata, ma il calo delle nascite e la permanente bassa fecondità si è accentuata e, a fronte di 4 nonni, si hanno sempre meno nipoti, in media 3. Ma l’intensità dei rapporti non si riduce. Il ruolo attivo dei nonni cresce, l’affidamento dei nipoti fino a 13 anni li coinvolge nell’86,9% dei casi, e coinvolge più le nonne. Si prendono cura dei nipoti, mentre i genitori lavorano, oppure durante impegni occasionali dei genitori, in situazioni di emergenza, quando il bambino è malato, e anche nei periodi di vacanza. 

Sono facilitati dal fatto che fra i nonni il 43% vive a meno di un chilometro di distanza dal nipote più vicino, il 40% fra uno e 16 chilometri e solo il 17% a più di 16 chilometri dal nipote più vicino. Al Sud un po’ meno, perché sono più distanti. Dunque, sono una grande risorsa affettiva, sì, ma anche per la vita quotidiana delle famiglie, soprattutto laddove le mamme lavorano. E sono diventati sempre più un pilastro del sistema di welfare. Il contributo di ore di aiuto fornite dalle persone gratuitamente per l’assistenza ai bambini al di fuori del proprio nucleo familiare è stato di 1 miliardo 322 milioni di ore in un anno, secondo l’Istat, certo non tutti da parte dei nonni ma sicuramente una buona parte. Una cosa enorme. La scarsa presenza di servizi sociali e la sperequata distribuzione sul territorio, accanto alla difficoltà di pagare una baby sitter per la maggior parte delle famiglie con bambini rendono indispensabile l’aiuto dei nonni, che suppliscono così, in Italia come in altri Paesi mediterranei, ad una funzione a cui dovrebbero assolvere i nostri sistemi di welfare. E così i nonni, e soprattutto le nonne, si prendono cura dei nipoti, per aiutare figlie e nuore in una catena di solidarietà femminile che diventa sempre più difficile sorreggere. 

Sì, difficile perché stanno diventando nonne, donne più istruite che fin da giovani avevano cominciato a lavorare e non hanno lasciato il lavoro, ma la cui età pensionabile è diventata più alta di prima. Lavorano più a lungo e quindi hanno meno tempo da dedicare al lavoro di cura dei nipoti. A ciò si aggiunge che queste stesse donne hanno anche sempre di più genitori anziani non autosufficienti di cui prendersi cura. Strette tra lavoro retribuito, assistenza ai nipoti e assistenza a genitori anziani non autosufficienti, le nonne hanno un problema di sovraccarico non indifferente e non riescono a godersi i nipoti quanto vorrebbero. Sono sempre più in affanno. Le nonne e i nonni sono assai diversi dal passato, come diversi sono i loro nipoti. Più aperti che in passato a condividere e scambiare esperienze con una generazione di piccoli così diversa nelle abitudini ed anche nei saperi. Più aperti ad imparare da loro oltre che a trasmettere valori. Nonni pilastri del sistema di welfare, che non potranno più esserlo come prima, e che hanno bisogno anch’essi che i servizi pubblici ne possano alleviare il carico, permettendo loro di valorizzare il rapporto affettivo e formativo e crescere insieme ai loro nipoti. 

Fonte: lastampa.it