Doveva essere il giorno dell’assalto all’Ufficio di Igiene – messo sotto pressione dalla prima ondata di bambini (con le rispettive famiglie) convocati dall’Asl di Torino per farsi somministrare le vaccinazioni mancanti, quelle che il decreto Lorenzin ha reso obbligatorie per la frequenza scolastica -, invece è stata una giornata relativamente tranquilla: così tranquilla da rendere sovrastimato, almeno per ora, il potenziamento del personale e l’apertura delle nuove sale mediche. Stanti i pianti dei piccoli, poco avvezzi ad aghi e siringhe, in via della Consolata i decibel sono aumentati ma meno di quanto ci si aspettasse. Molto meno.
I numeri dicono tutto: 351 i minori prenotati, 136 quelli vaccinati. E gli altri? Non pervenuti, nel senso che non si sono presentati: nemmeno quelli che, a seguito del richiamo dell’Asl, avevano chiesto di cambiare la data, anticipandola ad oggi e portando così il numero delle “sedute vaccinali” a 351 (rispetto alle 250 programmate di media). Se il buongiorno si vede dal mattino, da domani e per i prossimi giorni il trend rischia di essere confermato o addirittura di peggiorare. Più che un buongiorno una sveglia su qualcosa che, evidentemente, non sta funzionando.
Genitori senza bambini
Il discorso riguarda chi ha dato forfait, disertando l’appuntamento, e in misura minore i genitori che ieri si sono recati in via della Consolata ma senza i bimbi da vaccinare. Perchè mai, allora? Per vederci chiaro prima di sottoporre il piccolo/a alla vaccinazione: nei confronti della quale, va da sè, nutrono una robusta diffidenza. Insomma: non si può dire che la risposta sia stata entusiasmante. Non a caso, negli uffici di via della Consolata le ipotesi si sprecano. Possibile che i genitori dei bambini mancanti all’appello siano tutti “No-vax” dichiarati, o alfieri della totale “libertà vaccinale”? «Impossibile», è la risposta.
Più plausibile che la diserzione (quasi) di massa rimandi ad un combinato di fattori: contrarietà o perplessità verso i vaccini ma anche sbadataggine, trascuratezza, confusione, assenza di informazione o di un’informazione chiara. Non ultimo: lettere non recapitate. Basti ricordare che 3.900 comunicazioni dell’Asl, sulle 27 mila complessive, per vari motivi non hanno raggiunto i destinatari. Sia come sia, sono numeri che meritano una riflessione. Numeri che probabilmente riguardano, seppur in minore misura, anche le altre Asl del Piemonte alle prese con l’applicazione del controverso decreto. L’Asl Torino 3 (80 “sedute” al giorno) è partita il 15 settembre, la Torino 4 il 19, mentre nella Torino 5 (150 vaccinazioni al giorno) il piano partirà oggi.
Nuova convocazione
E adesso? Adesso e nei prossimi mesi (le vaccinazioni programmate dovranno essere concluse entro il 31 marzo) chi non si è fatto vedere sarà convocato dall’Asl di riferimento con una raccomandata: la procedura prevede un colloquio per capire il perchè della mancata adesione, presente il pediatra di famiglia; se fallirà anche questo tentativo, scatteranno le sanzioni (e il divieto di frequenza scolastica). Stessa dinamica per chi si è presentato in via della Consolata ma senza il pargolo. La buona notizia, nonostante tutto, è la preparazione del personale: in particolare i 18 infermieri assunti con contratti a termine, motivati e capaci di rapportarsi con le famiglie – molte delle quali di origine straniera – nel modo giusto. Anche la riorganizzazione degli spazi è funzionale al piano di vaccinazioni. Semmai, non guasterebbe dotare l’ingresso principale di uno scivolo così da non costringere i genitori, quelli che si presentano, a sollevare il passeggini per superare i gradini.
Fonte: lastampa.it